“In viaggio” con Laura Ricci e Salvatore Ravo. Versi e opere, per un itinerario di luce

di Davide Pompei da Orvietonews.it

ricci_ravo_1Più della meta, il percorso. Più dell’atto fisico di andare o tornare, l’idea vivificante di un eterno movimento che è cammino, mutamento, rinascita giornaliera. Pienezza esistenziale, ma anche leggerezza. Necessaria. Che “non importa comprendere tutto ma, come nel mito o nella mistica, l’attitudine migliore è abbandonarsi al viaggio, procedere, lasciarsi penetrare, sentire“.

È costellato di allusioni e rimandi, più o meno cifrati, aperti a molteplici livelli di interpretazione, “In viaggio. Grani di Saudade“, il nuovo lavoro composto in due lingue – italiano e inglese, con il prezioso aiuto di Erika Pauli – e firmato a quattro mani – da Laura Ricci e Salvatore Ravo – appena pubblicato per le profetiche edizioni “La Vita Felice” di Milano.

In 250 pagine, sono 168 i poemetti, in gran parte scritti e tradotti nell’arco di tre mesi, e 15 le opere pittoriche che trovano posto. Dichiarato fin dalla copertina chi ha fatto cosa, ma al solito i due linguaggi hanno finito per fondersi e completarsi. “Prima – rivelano gli autori – è nato il testo. Poi, sono venute le tavole originali che nella continuità ne amplificano la portata.

È un viaggio di condivisione (attra)verso la luce e il colore iniziato circa un anno fa che è cresciuto insieme. C’è un itinerario geografico percorribile, scandito dal mare attraverso quattordici stazioni configurabili su una mappa, dal castello di Amleto fino a Venezia, passando per Rodi – dove nel 2011 sono nati i primi versi – e le Terre d’Otranto. Brilla la Normandia, lumeggia la Bretagna, balena il Portogallo.

E poi c’è un viaggio, senza bagaglio, più proprio dell’anima invitata a percorrere questa Via Lucis. C’è tanta nominazione dei luoghi perché un luogo è identità. La poesia non deve dire, ma alludere, evocare. Lo fanno storie e leggende ad esso legate. Qui dentro ci sono cinquant’anni di esplorazioni culturali. Ogni parola ne apre mille. Sono versi pieni di vita, di forza, di colore, di luce. E così è nato anche l’essere alato – una costante in chi vede e sente per colori – promosso a copertina“.

Il libro vedrà la sua prima presentazione, insieme alla mostra di pittura ad esso collegata, al Museo Archeologico “Claudio Faina” di Orvieto sabato 5 dicembre alle ore 16.30. Accanto agli autori sono attesi Antonio Concina e Giuseppe Maria Della Fina, rispettivamente presidente e direttore scientifico della Fondazione per il Museo Archeologico “Claudio Faina”, e la poetessa Alexandra Zambà, presidente dell’Associazione dei ciprioti in Italia NIMA, che ha curato la pubblicazione italo-cipriota dell’antologia “Pane e Poesia” che accoglie, tradotti in greco, alcuni poemetti tratti da “In viaggio”.

Alcuni testi, accompagnati da brani anni ’20 intrisi della nostalgia leggera della saudade ed eseguiti dal vivo dal flauto di Rita Graziani, dalla chitarra di Andrea Massino e dal sax di Vittorio Tarparelli, saranno letti da Loretta Fuccello, Erika Pauli, Laura Ricci, Maria Cecilia Stopponi, Alexandra Zambà. L’allestimento – 19, le opere pittoriche e un trentina gli acquerelli – resterà nei locali di Piazza Duomo fino a domenica 10 gennaio, secondo gli orari di apertura del museo. Da martedì a domenica, dalle 10 alle 17.

Il viaggio de “Il viaggio” proseguirà, intanto, a “Più libri, più liberi“, la fiera della piccola e media editoria, in programma al Palazzo dei Congressi di Roma, dove martedì 8 dicembre dalle 16 alle 18, gli autori incontreranno il pubblico interessato a questo singolare lavoro.
Che – traversato il mare e la metafora del cammino – conduce alla constatazione che “il dolore non costituisce l’approdo e la meta della vita degli umani, ma un passaggio che porta alla liberazione e alla gioia“. Per crucem ad lucem.