Per le Giornate Cipriote a Trieste, presentazione di “Poesie di Frontiera”

Antico Caffè San Marco
Mercoledì 19 ottobre ore 18:00
Presentazione del libro “Poesie di Frontiera”
a cura di Alexandra Zambà, Edizioni “La Vita Felice”

poesie-frontiera-giornate-ciprioteNell’ambito della IX edizione delle Giornate di Cultura Cipriota in Italia che, organizzate dall’Associazione dei Ciprioti in Italia NIMA in collaborazione con il Museo del Caffè di Trieste, si svolgeranno nella Città giuliana il 17, 18 e 19 ottobre 2016 intorno al tema “Letture e viaggi, la rotta tra Cipro e Trieste. Il caffè Agorà di incontri”, l’evento conclusivo si terrà mercoledì 19 ottobre all’Antico Caffè San Marco ( Via Battisti 18 – Trieste) dove, alle ore 18:00, si svolgerà la presentazione del libro “Poesie di Frontiera”, curato da Alexandra Zambà, presidente dell’associazione NIMA, per le edizioni La Vita Felice. Il volume è l’esito del Laboratorio “Poesia e Ombre” recentemente tenuto dalla stessa Zambà, poeta e scenografa impegnata in molte attività culturali e sociali, presso il Centro Diurno Boemondo del Distretto di Salute Mentale della ASL Roma1 diretto da Cinzia La Marra. Alla presentazione, oltre a Alexandra Zambà e a Cinzia La Marra, interverranno utenti del Centro Diurno Boemondo con la lettura di alcune loro poesie, i poeti triestini Claudio Grisancich e Sandro Pecchiari, che leggeranno e dialogheranno con i presenti, e il liutista cipriota Christos Chimonides, esperto di musica bizantina e greco-cipriota antica.

“Ho avviato questo laboratorio – afferma Alexandra Zambà – per favorire la creatività e il senso critico negli utenti attraverso esperienze che tessono storie e fanno affiorare problemi ben custoditi nel profondo, nella consapevolezza che chi vive in un limbo di spersonalizzazione non può che annaspare in un linguaggio banale, ripetitivo e privo di sfumature e di sorprese. In questo modo la vita diventa solo una mera ripetizione di pensiero altrui e non si può che usare una lingua rigida, che non lascia possibilità di vedere il paesaggio di fondo. Per poter superare l’abulia e l’inibizione del pensiero, ho iniziato un percorso sulle parole che diventano pensiero, parole chiave emerse dalle discussioni del gruppo, avviando il laboratorio con metodi che parlano un linguaggio universale, avvicinano ad altre culture, sollecitano la fantasia e la creatività, emozionano e lasciano una traccia nella vita quotidiana”.

Il risultato è nelle asciutte e coinvolgenti liriche del libro, che ci mostrano, per usare le parole della prefazione di Lino Angiuli, come la poesia sia “sempre frontiera, luogo disponibile alle sorprese e agli stupori, i quali si manifestano a condizione che si mollino le difese e ci si lasci andare all’ascolto di sé e del mondo, usando proprio la fronte come spartiacque: una sorta di divisorio che va continuamente oltrepassato, perché le frontiere, come gli schemi, sono fatte per essere superate”.

Molto soddisfatta degli esiti di questa esperienza è anche la Dottoressa Cinzia La Marra. “Da sempre – afferma – scrivere è il modo più potente e diretto per poter oggettivare un disagio interno, riversando parole con emozioni su un foglio di carta; per questo la poesia, espressione scritta per eccellenza, non può che giovare all’anima e all’affettività confusa e persa delle persone affette da disagio psichico. Il parlare poetico non è logico-razionale, ma immaginativo e simbolico:
gli aspetti fondamentali della terapia con la poesia si basano dunque sul rispecchiamento dell’Io nel componimento poetico e sulla riformulazione dell’esperienza vissuta tramite la liberazione catartica della parola simbolica”.